6 ottobre 2015

 

La manifestazione politica organizzata da Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, ha visto anche quest’anno una bella partecipazione di pubblico e uno sviluppo con dibattiti di carattere politico interessanti e ben organizzati. Anche gli episodi di contorno sono stati graditi e apprezzati. In buona sostanza si è trattato di una manifestazione politica agile, ben condotta e con momenti di autentico interesse. Gli organizzatori possono essere legittimamente soddisfatti.

Tuttavia, con una certa amarezza, si deve constatare che Atreju, nelle ultime, più recenti versioni, si è progressivamente scostato dal concetto ispiratore iniziale, per assimilarsi alle consuetudinali manifestazioni di partito, adottando il cliché seguito da tutti gli altri.  Atreju nacque differente e in questo stava il merito dei suoi ideatori e la particolarità della sua identità.

Sul sito di internet, alla voce Atreju, infatti si legge: “Atreju, diventa nel corso degli anni, la più importante manifestazione giovanile d’Italia…..un’occasione preziosa per dibattere serenamente, per interagire con la società e con le giovani generazioni. ………giorni in cui, migliaia di piccoli Atreju, provenienti da tutt’Italia, sfidano, a suon di provocazioni, il nulla che avanza……giorni in cui la politica italiana passa per la nostra manifestazione, ad ascoltare questa generazione e le loro proposte sull’Europa, sulla vita, sul lavoro, sul senso della Patria, sulla new economy.” Questo sul sito di internet.

Nella presentazione dell’avvenimento, si legge: “Atreju, fu scelto per rappresentare l’esempio di un giovane impegnato nel confronto quotidiano contro le forze del nulla, contro un nemico che logora la fantasia della gioventù, ne consuma le energie, la spoglia di valori e di ideali, sino ad appiattirne l’esistenza. Con lo stesso anelito, ragazzi e ragazze, ormai soprattutto uomini e donne, spendono volontariamente una buona parte della loro estate, per ESSERE l’evento, prima che per assistere passivamente…………”.

Questo era lo spirito di nascita di Atreju. Questa era la caratteristica unica che lo rendeva diverso da tutte le manifestazioni politiche degli altri partiti. Soprattutto questa era la sua grande valenza: l’opportunità per le nuove generazioni di cimentarsi nel confronto politico e prepararsi per i futuri impegni.

Ricordo i tanti dibattiti tra giovani e politici del momento, lo spirito di convinta partecipazione dei responsabili di nuova generazione del mio collegio nel Veneto, ricordo, in sostanza una partecipazione più vissuta, proprio come si ripromette lo spirito di Atreju.

Francamente, credo di poter dire che tutto questo non si è verificato e, non mi pare proprio che “…la politica italiana abbia avuto occasione di “ascoltare” le proposte, i progetti, le idee, della nuova generazione, dal momento che a quest’ultima non è stata data alcuna opportunità. Anche qui, la politica italiana è venuta per farsi ascoltare, non per ascoltare.

Oggi poi, nel momento in cui purtroppo la destra appare frammentata, e indebolita dai comportamenti disorganici di molti suoi ex esponenti, la speranza di ricompattamento non può che far riferimento alla generazione nuova da “lanciare” proprio in manifestazioni aventi i propositi, la ragion d’essere, lo spirito di Atreju. Solo una generazione scevra da meschini propositi, ispirata ai valori e principi del giovane Atreju, può costituire una valida speranza per il futuro.

A questo punto, senza alcuna presunzione, animato esclusivamente da spirito di collaborazione e, mi sia consentito anche da un poco di nostalgia, legittimamente sentita da chi è stato uno dei fondatori di Alleanza Nazionale nel 1994 all’Ergife, desidero formulare alcuni suggerimenti per le prossime edizioni:

  • Dare spazio a donne e uomini delle nuove generazioni, consentendo loro di esporre pubblicamente idee e proposte personali, sui diversi aspetti della realtà politica (economia, sicurezza, lavoro, educazione, sanità, ecc). Farli partecipare direttamente a dibattiti, tavole rotonde, in confrontazione di idee con esponenti della generazione al potere.
  • Inserire progressivamente un maggior numero di donne sino a realizzare una vera e fedele rappresentanza dell’entità dei due generi. Nell’ultima edizione di Atreju, il rapporto delle presenze, è stato di circa 150 a 20, assolutamente incoerente con la realtà nazionale. La popolazione italiana presenta una maggioranza di donne.
  • Porre tra i temi più importanti in discussione “la strada da percorrere per ricompattare la destra”, la nostra destra, quella che raccogliemmo sotto il simbolo di Alleanza Nazionale, con consensi pari al 13,5% alle nazionali e 15% alle europee e impegnare ed ascoltare, sul tema, le nuove generazioni.

 

Penso che adottando i suggerimenti proposti, Atreju potrà rispondere efficacemente ai propositi espressi alla sua nascita e acquistare una importante ed esclusiva funzione di supporto alla formazione delle nuove generazioni.

Sen. Luigi Ramponi

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