2 agosto 2016
E’ stato necessario che accadesse un altro efferato attacco terroristico: la barbara uccisione di padre Jacques Hamel, da parte di due esaltati jihadisti, perche, finalmente da parte di molti esponenti della comunità mussulmana in Europa, fossero assunti atteggiamenti forti di partecipazione al lutto, di sconfessione del comportamento dei giovani assassini di negazione di ogni coerenza con il dettato islamico.
Il Consiglio Francese per i Culto Islamico ha indetto veglie di preghiera per onorare il Sacerdote ucciso, ed ha invitato i mussulmani a recarsi nelle chiese di Francia, per testimoniare solidarietà. L’invito è stato a Lione, con una marcia di fratellanza, a Bordeaux ed in molte parti della Francia.
Anche in Italia a Napoli, Milano, Palermo e in altre città, delegazioni delle comunità mussulmane ha assistito alle funzioni religione delle chiese cattoliche, in uno spirito di partecipazione e solidarietà.
Altra decisione di estrema importanza è stata quella assunta dalla Moschea della cittadina nella quale viveva Adela Kermiche, uno degli assassini del Parroco. L’istituto religioso ha rifiutato sia la celebrazione del funerale sia la sepoltura in Moschea. “Non sporchiamo l’Islam ospitando chi ha commesso un atto impuro” hanno sentenziato i responsabili.
Per l’azione di contrasto al terrorismo predicato dal Daesh e praticato da alcuni estremisti fanatici, il nuovo atteggiamento, assunto in maniera manifesta da esponenti e comunità mussulmane, è di fondamentale, grandissima importanza. Sconfessare l’operato dei terroristi, dichiarare apertamente la negazione di ogni valore religioso a questi atti, addirittura giudicarli “atti impuri”, vuol dire annullare la formidabile carica psicologica che ispira e sostiene questi assassini.
Se le comunità mussulmane in Europa, continueranno, coraggiosamente, a manifestare pubblicamente la loro ferma dissociazione e contrarietà ad ogni atto terroristico, di ispirazione estremista islamica, se continueranno a considerare atti impuri le uccisioni terroristiche, allora cesserà la falsa credenza delle ricompense nell’aldilà e avranno tolto a questo terribile minaccia l’arma principale, quella psicologico/religiosa. Allora meriteranno di essere fraternamente accolti e stimati nelle diverse comunità nazionali, pur mantenendo ciascuno la propria individualità.
On. Gen. Luigi Ramponi