7 settembre 2016
Ogni anno a Cernobbio, un grazioso paesino che si affaccia sul lago di Como, rinomata località turistica di livello internazionale, dotato del prestigioso Centro Congressi di villa Erba, in un incontro organizzato dal Forum Ambrosetti, si riuniscono i cosi detti esperti dell’economia e della finanza, per fare il punto sulla situazione economica del paese. Costoro più che esperti, per la verità, mi paiono coloro che hanno le mani in pasto, coloro che maneggiano le risorse economiche e finanziarie, nuotando nell’abbondanza e gettando, ogni tanto, un’occhiata alla situazione del paese, del quale, in alcune aree della società, di abbondanza ve ne è, ben poca. Ho forti dubbi sull’aggettivo “esperti”, dal momento che gli esperti sono tali, perché sanno risolvere i problemi, mentre costoro, da anni, dicono sempre le stesse cose, formulano sempre le stesse proposte senza che si giunga ad una soluzione dei problemi che affliggono il nostro paese,
Anche quest’anno a Cernobbio, al Forum Ambrosetti, ha avuto luogo il solito incontro. Il tema di quest’anno è stato: ”Lo scenario di oggi e di domani, per le strategie competitive”. Titolo, come il solito di ampio respiro: In realtà nei corridoi della riunione, si è dibattuto della situazione nazionale in termini di prospettive e possibilità di sviluppo e di ripresa nazionale. Infatti, al termine, questo è l’argomento che riportano gli organi d’informazione, citando le proposte/risposte dei principali partecipanti.
Proprio nel corso del convegno, è giunta, dall’Istat, la notizia della crescita zero del Pil per il secondo trimestre dell’anno. Una doccia freddina, specie per il Governo che, tuttavia afferma che, in fondo le cose, con un previsto aumento per l’anno dello 0,8%, vanno comunque meglio dell’anno scorso.
In verità la situazione è assai triste e di questo si sono abbondantemente resi conto i partecipanti. Costoro, richiesti di un parere su come riavviare e far progredire lo sviluppo economico, hanno fornito le solite, ripetute risposte, formulando e proponendo iniziative pressocchè irrealizzabili. Cosi si è, ancora una volta udito proporre la riduzione delle imposte, l’aumento della domanda,grazie all’aumento dei salari e delle pensioni più bassi, l’impiego massiccio di capitali, l’avvio di nuove opere da parte dello Stato. Sono sempre le stesse proposte, in un circolo vizioso che si morde la coda, ma esse sono formulate dagli “esperti”, con grande sussiego e serietà di atteggiamento, come fossero una verità nuova, scoperta dopo riflessioni profonde.
Se andiamo a leggere i discorsi di Facta o di Giolitti, puntualmente le ritroviamo. Ricordo che Mario Draghi, quando era Governatore della Banca d’Italia, soleva ripetere che per assicurare un indispensabile impulso alla crescita, era necessario: ridurre le tasse, aumentare i salari (per aumentare la domanda) e avviare, da parte dello Stato opere infrastrutturali. Sic! Chiunque avesse allora un minimo di conoscenza della nostra situazione economica, avrebbe considerato irrealizzabile la proposta la quale, puntualmente non fu realizzata.
Ecco perché guardo con un certo scetticismo l’incontro di Cernobbio che viene presentato come un luogo dei punti fertile di idee e di proposte. Da quel che ho visto seguendone le conclusioni, non è mai uscito nulla di nuovo o di importante per indirizzare la soluzione dei problemi economici dello stato. E’ una vetrina ricca di elucubrazioni e sogni irrealizzabili, ma, purtroppo, di concreto c’è poco o nulla.
Considerata la situazione economica nazionale, le prospettive di possibili interventi per riavviare lo sviluppo sono, al momento, molto scarse. Di questo, tuttavia mi riservo di parlarne, più compiutamente, in un successivo intervento.
Gen. Luigi Ramponi