21 settembre 2016
Il suicidio della povera Tiziana Cantone ha suscitato, giustamente e spontaneamente, un sentimento di dolore e commozione nella società italiana. Del fatto ne hanno parlato a lungo giornali, radio, televisione, raccontando con dovizia di particolari, del come sia maturata la tragedia della povera ragazza. E’ in verità una storia molto triste, con aspetti assai squallidi, che lasciano intravedere un ambiente ed un modo di comportarsi da una parte scioccante, dall’altra inspiegabile. La ragazza sarebbe stata indotta ad avere rapporti sessuali con altri uomini, dal fidanzato che avrebbe goduto nell’assistere all’episodio. Plagiata? Lei stessa però avrebbe inviato i filmini che ritraevano i diversi amplessi, ai giovani protagonosti degli accoppiamenti, rivelando in tal modo, una partecipazione cosciente e convinta. Sin qui,per i protagonisti e, in particolare per Tiziana, tutto normale e regolare! Il guaio è scoppiato quando, inviato da qualcuno dei maschi, i filmati sono finiti sul web, diventando automaticamente di dominio pubblico. Allora per la povera Tiziana pubblicamente offesa e sbeffeggiata è stato l’inizio della fine.
Non ritengo opportuno raccontare la via crucis che la giovane ha dovuto percorrere sino alla tragica fine. Desidero invece esprimere la mia meraviglia par come i vari organi di informazione hanno accompagnato e commentato la notizia.
Tutti si sono preoccupati di far capire come: una volta che la notizia o il filmato entra nel web, ogni tentativo di cancellarne la presenza e las diffusione, risulti vano. Quindi, spiegazioni tecniche e dottorali, consigli di evitare il rischio, stigmatizzazione del web e dei vari social, ma della gravità e amoralità del fatto non se ne è parlato. Eppure la stessa povera protagonista si era vergognata della pubblicità data a quegli atti ed aveva invano cercato di cancellarli. Una parte degli amici che l’avevano abbandonata, coloro che la criticavano, lei stessa che aveva cambiato residenza e nome, ritenevano la cosa assai disdicevole!
Per i mass media e i vari commentatori no! Il problema era rappresentato dalla diffusione sul web.
Credo invece ci sia da riflettere sinceramente sulla gravità morale di tale comportamento, sulla tristezza di quanto è accaduto alla povera ragazza, più o meno costretta a vivere una esperienza sessuale squallida e tale appunto da vergognarsi sino ad uccidersi, una volta diventata di dominio pubblico.
Al fatto se ne accompagna un altro, per fortuna senza una fine tanto tragica, ma ugualmente preoccupante dal punto di vista etrico e morale. E’ accaduto che in un locale notturno, nel bagno, un albanese ventiduenne, abbia aggrediti e stuprato una ragazza di diciassette anni, ubriaca e che due compagne delle stessa ne filmassero l’avvenimento, senza interenire e senza avvertire nessuno, per poi, anche qui diffonderle nel web!
Anche in questo casao gli organi di informazione si sono esercitati in commenti sulla pericolosità del web, criticando solo di passaggio, il comportamento vergognoso e amorale delle due.
Comportamenti di questo genere, putroppo assai diffusi, denunciano uno spaventoso decadimento morale non solo dei protagonisti, ma aimè, della socioetà nel suo complesso, dal momento che i mas media, trattano la cosa come normale, preoccupandosi solo del fatto della sua diffusione sul web!
Gli organi di informazione, hanno assunto, già da tempo, anche una importantissima funzione educativa, o, come in questo caso, diseducativa, con grave nocumento per la base morale della nostra società. I loro responsabili debbono riflettere, condannare tali pratiche amorali e difendere i principi etici e morali della nostra civiltà.
Fermo restando il sentimento di pietà e di condivisione del dolore per le povere vittime, è necessario contrastare con forza tali forme di perversione, altrimenti quali genitori prepariamo per i futuri bimbi italiani?
Gen. Luigi Ramponi