In una giornata come quella di oggi, segnata dall’attentato ad opera dello Stato islamico contro la sede dell’Alta commissione elettorale libica di Tripoli, il ministro dell’Interno Marco Minniti è arrivato, a sorpresa, in Libia e ha incontrato Fayez al Serraj. Una visita lampo, non annunciata, che secondo fonti dell’Agenzia Nova ha previsto anche la partecipazione del ministro ad un evento organizzato presso la residenza dell’ambasciatore italiano in Libia, Giuseppe Perrone. “Minniti sembra voler ribadire quella che è la sua politica di supporto a Serraj e al governo di accordo nazionale. Questa visita lo conferma in un momento particolarmente delicato per la Libia sia da un punto di vista politico che di sicurezza”, così ha commentato la notizia Michela Mercuri, autrice del libro “Incognita Libia: Cronache di un Paese sospeso” in una conversazione con Formiche.net.
L’incontro è stato inoltre occasione per illustrare il “modello Italia” nella lotta alle migrazioni illegali. In particolare, il titolare del Viminale avrebbe parlato di controllo del territorio, assistenza umanitaria e canali legali di migrazione per i soggetti a rischio. Mercuri entra nel dettaglio, specificando che da un punto di vista politico se “Haftar era dato per morto e dunque incapace di governare è, invece, tornato. Naturalmente, però, per molti non è più il leader forte della Cirenaica, anche perché si è ormai capito che è molto malato. Dunque, in questo momento il ruolo dell’Italia può essere molto importante per ricompattare le fazioni dell’est con le fazioni dell’ovest”. E ancora: “L’Italia è da tempo insieme all’ovest di Serraj, quindi magari un depotenziamento dell’est di Haftar e la sua successione con un leader “un po’ più malleabile” potrebbe aprire la strada a un dialogo anche guidato dall’Italia che si è sempre spesa per un accordo tra queste due parti, sostenendo Tripoli”.
Per quanto riguarda il punto di vista della sicurezza, invece l’esperta di Libia afferma: “Le previste elezioni del 2018 hanno creato un esacerbarsi degli scontri nel Paese che si sono acuiti sempre di più, culminando, per esempio, nell’attentato di oggi nella capitale libica”. Sottolineando come: “Chiaramente c’è bisogno in qualche modo di maggiore sicurezza all’interno del Paese, soprattutto nell’area di Tripoli che fino a questo momento è stata risparmiata dagli attentati recenti”.
Intanto, secondo quanto emerge dai dati pubblicati oggi dal Viminale, si attestano a 9.46 i migranti sbarcati in Italia nei primi quattro mesi del 2018, un calo del 75,57 per cento rispetto ai 37.235 del corrispettivo periodo del 2017, secondo quanto emerge dai dati pubblicati oggi dal Viminale. Di questi, comunque, quelli sbarcati dalla Libia dal primo gennaio al 30 aprile sono 6.660, con una diminuzione, dunque dell’81,47 per cento in confronto ai 35.950 arrivi registrati nello stesso arco temporale dell’anno scorso.
La visita di Minniti dunque, secondo Michela Mercuri ha “un doppio ruolo: politico per riaffermare la predominanza dell’Italia nell’ovest del Paese – la Libia – ma anche un avvertimento in termini di sicurezza in un momento molto difficile anche per la capitale”.