Nel 2018 il crimine informatico è costato alle aziende americane circa 3 miliardi di dollari. Un danno economico ingentissimo, che si è coniugato alla ricezione di oltre 351mila denunce nel corso dell’anno passato (+50mila unità rispetto al 2017), delle quali più di 20mila provenienti da imprese che hanno lamentato la compromissione della loro posta elettronica.

 

MAIL TARGET PREFERENZIALE

La nuova edizione del rapporto dell’Internet Crime Complaint Center (IC3), dossier annuale realizzato dal Federal Bureau of Investigation (Fbi), conferma che il Business email compromise (una tipologia di frode che prende di solito di mira impiegati e manager) è stata, anche nei dodici mesi passati, una delle minacce più diffuse. Per metterla in atto i cyber criminali hanno utilizzato tecniche note come il phishing e lo spoofing, e concludere così il furto di credenziali necessario per facilitare il trasferimento fraudolento di denaro. E mentre gli strumenti e i vettori di attacco più sofisticati tendono a vedere impegnati hacker più capaci, il rapporto evidenzia anche che molti criminali “minori” si guadagnano da vivere tramite tecniche di ingegneria sociale piuttosto semplici.

ESTORSIONI IN AUMENTO

In crescita anche gli episodi di estorsione online, nei quali dati rubati o sensibili vengono utilizzati per ricattare gli utenti in cambio di denaro. Nel 2018 l’Fbi ha contato in questo ambito negli Usa circa 51mila denunce e 83 milioni di dollari di perdite, un aumento incredibile pari al 242% rispetto al 2017. I criminali informatici sembrano utilizzare maggiormente schemi misti tra violazione dati, attacchi denial-of-service e furto di account e di identità (soprattutto nel caso di profili governativi).

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STATI E PAESI COLPITI

Sul suolo americano, lo Stato che ospita la Silicon Valley e la maggior parte delle realtà innovative e tecnologiche – la California – raggiunge il primato di Stato con il più elevato numero sia di vittime sia per perdite aziendali, con oltre 49mila target e oltre 450 milioni di dollari in danni. Il rapporto contiene anche dei dati internazionali. Sul podio dei Paesi con maggior numero di vittime si trovano Canada al terzo posto, seguito da Regno Unito e India (al primo). Dal quarto al decimo posto, a scendere, si trovano Australia, Georgia, Germania, Brasile, Messico, Grecia, Filippine. La Russia è in undicesima posizione, la Francia in dodicesima, l’Italia al quattordicesimo posto e la Cina al diciassettesimo.

I DATI ANAGRAFICI

Interessanti, infine, anche i dati sui gruppi anagrafici più colpiti. Il numero dei target (e delle perdite) cresce in modo quasi continuo dalla fascia più bassa (quella dai 20 ai 29 anni) per raggiungere il suo punto più alto negli over 60.

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