Il governo italiano bloccherà i voli della compagnia aerea iraniana Mahan Air. Ad annunciarlo è l’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile), autorità governativa che risponde al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit). In un comunicato si legge che “i programmi presentati dalla compagnia aerea iraniana Mahan Air per la stagione di traffico Iata Winter 2019-2020 (che termina il 28 marzo 2020) sono stati autorizzati dall’Enac solo per un periodo limitato di tempo, fino al 15 dicembre 2019”. La proroga fino a metà dicembre è giustificata “al fine della riprotezione dei passeggeri che hanno acquistato i titoli di viaggio venduti nei mesi scorsi dalla compagnia”.
LE INDISCREZIONI DI FORMICHE.NET
L’annuncio giunge all’indomani di indiscrezioni di stampa che riportavano la notizia di un raddoppio dei voli settimanali della compagnia iraniana sullo scalo Roma-Fiumicino. Come riportato da Formiche.net, sul sito di monitoraggio dei voli aerei Flight Radar 24 a partire dalla giornata di ieri era possibile visualizzare una seconda tratta settimanale di Mahan Air, in aggiunta al consueto volo del martedì.
I TIMORI DELLA DIPLOMAZIA USA
Un raddoppio che non è passato inosservato al Dipartimento di Stato americano, che solo a inizio ottobre tramite il segretario di Stato Mike Pompeo, allora in visita ufficiale a Roma, aveva chiesto al governo italiano di chiudere la tratta agli aerei iraniani. La compagnia è infatti sottoposta dal 2011 a un pacchetto di sanzioni del Dipartimento del Tesoro con l’accusa di finanziare e sostenere il Corpo delle guardie islamiche rivoluzionarie (Irgc), organizzazione militare affiliata al governo di Teheran e inserita lo scorso aprile dall’amministrazione americana in una black list di entità terroristiche.
IL CHIARIMENTO DI ENAC
Le rassicurazioni che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha dato a Pompeo trovano ora conferma nell’annuncio di Enac. Interpellata da Formiche.net, l’autorità chiarisce che “tutti i collegamenti da e per l’Italia del vettore Mahan Air saranno interrotti dal 15 dicembre, fino a nuova determinazione”. Non solo dunque i voli aggiuntisi a partire da questa settimana.
LA POLEMICA IN PARLAMENTO
Continua però a far discutere il caso del raddoppio della tratta su Fiumicino. Il dossier è approdato al Senato, che oggi ha ospitato il question-time del ministro Di Maio. Per il momento la Farnesina non si è espressa sulla vicenda. A sollevarla in aula il senatore di Forza Italia Lucio Malan, che già lo scorso luglio ha presentato un’interrogazione sul tema in Commissione Affari Esteri all’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Gli Stati Uniti ci chiedono come mai abbiamo dato accesso ai nostri aeroporti a voli di Mahan Air, che il Dipartimento di Stato americano indaga sui suoi legami con il terrorismo e ha ribattezzato Air Jihad”.
“Qualcuno pensa di fare il furbo – ha commentato ai microfoni di Formiche.net a margine della seduta – è un grave errore pensare di poter fare promesse agli americani, così come a qualsiasi persona seria, per poi non mantenerle”.
Anche la Lega si è mobilitata. Il deputato del Carroccio Paolo Formentini, primo firmatario della già citata interrogazione di luglio, ne ha presentata oggi una nuova a palazzo Montecitorio a Di Maio e alla titolare del Mit, la dem Paola De Micheli. Lo scorso 2 ottobre, si legge nel testo, il ministro degli Esteri ha rassicurato Pompeo annunciando che nei giorni a venire ci sarebbero state “le pronunce delle autorità che si occupano delle rotte del volo”. Alla luce della notizia dell’aumento dei voli su Roma, Formentini chiede “se non sia opportuno adottare iniziative per rivalutare la scelta di concedere l’autorizzazione a incrementare i voli diretti, di cui in premessa, da Teheran verso il nostro Paese”.
I RISVOLTI INTERNAZIONALI
Intorno alla compagnia di bandiera iraniana si è da anni avvolta una intricata trama diplomatica. Gli Stati Uniti la considerano un vettore di influenza del governo di Teheran e hanno chiesto agli Stati alleati di chiudere i loro aeroporti ai suoi veivoli. In Europa solo nel 2019 i governi di Germania e Francia hanno preso questa decisione. La decisione italiana era attesa da tempo, anche perché le sanzioni del Dipartimento del Tesoro che colpiscono Mahan Air non esentano persone fisiche, economiche e giuridiche straniere che siano trovate a collaborare con la compagnia aerea. Il dossier è particolarmente caro al Dipartimento presieduto dal segretario di Stato Steve Mnuchin. Proprio oggi il suo Centro per la caccia al finanziamento dei terroristi (Tftc) ha annunciato un nuovo pacchetto di sanzioni contro 25 entità affiliate al governo iraniano e ritenute colpevoli di finanziare le Guardie rivoluzionarie.
IL GIALLO DELL’ACCORDO ROMA-CARACAS-TEHERAN
Ormai poco presente nel mercato europeo, Mahan Air è più attiva in Asia e in Sud America. Il nome della compagnia iraniana era balzato alle cronache nei mesi scorsi per il presunto ruolo giocato nella crisi in Venezuela a sostegno del regime di Nicolas Maduro. In aprile aveva ufficializzato un accordo con la compagnia di bandiera venezuelana Conviasa, anch’essa colpita dal 2011 dalle sanzioni del Dipartimento del Tesoro Usa. Obiettivo dell’intesa, aveva annunciato a giugno l’ad Ramòn Velasquez in un’intervista al giornale cubano Prensa Latina, allargare le rotte di Conviasa, ben oltre l’America latina. “Con questa alleanza arriveremo a mete come la Siria o la Turchia, così come Roma e da lì in Russia e a Pechino”. La compagnia venezuelana si trova in difficili condizioni finanziarie ed è dotata di una flotta aerea molto ridotta. L’accordo annunciato con gli iraniani, di cui non vi è più traccia, vedeva nella capitale italiana un nuovo crocevia europeo per l’azienda di Maduro sotto sanzioni americane. Se avesse trovato conferma, si sarebbe trattato di un’altra bella gatta da pelare per Palazzo Chigi. Ma con la partenza (definitiva) della compagnia iraniana si allontana anche l’accordo su Roma sbandierato da Caracas.