Viterbo, 15 marzo 2003
Negli ultimi 10 anni le Forze armate italiane sono state severamente impiegate in vari Teatri operativi, sia in Europa (Bosnia, Albania, Kosovo) sia in altre aree del mondo, anche a notevole distanza dalla Madrepatria (Mozambico, Somalia, Timor Est, Afghanistan).
Se si ripercorre il grafico spazio-temporale di questi impegni operativi si può constatare che, quasi senza soluzione di continuità, le Forze Armate italiane sono state impegnate fuori area in attività operative di particolare onerosità.
Proprio 10 anni fa, esattamente il 2 luglio del 1993, in Somalia cadevano in combattimento i primi soldati italiani dopo la seconda guerra mondiale.
Eppure, la caduta del Muro di Berlino nel 1989 ha posto fine ad oltre 40 anni di guerra fredda e sembrava aver chiuso una volta per tutte ogni prospettiva di conflitto armato nel mondo. Tuttavia, le grandi aspettative di pace poste da questo evento sono immediatamente cadute, tanto da far nascere il rimpianto per il precedente quarantennio di potenziale terrore nucleare, ma di sostanziale pace.
Le potenzialità scatenatesi dopo la fine dei due blocchi contrapposti hanno segnato un decennio di violenti scontri interni e fra gli Stati. La comunità internazionale ha operato numerosi e consistenti interventi per tentare di imporre o mantenere condizioni di pace.
Alla gran parte di questi interventi hanno partecipato le Forze Armate italiane con aliquote significative di forze e, talvolta anche con ruolo direttivo (Operazione “Alba” in Albania) o con responsabilità di comando (Kossovo). Si è trattato di un impegno severo che ha avuto anche sensibili ricadute interne che hanno portato ad un’epocale riforma dello strumento militare nazionale, ridotto ad un quarto rispetto alle dimensioni del passato ed ormai decisamente orientato in senso professionale.
Un’analisi completa degli impegni delle Forze Armate nell’ultimo decennio richiederebbe tempi di trattazione decisamente ampi. Questo Convegno, pur fornendo una panoramica generale, intende focalizzare l’attenzione su alcune missioni fuori area caratterizzate da situazioni ad elevata intensità operativa.
La finalità del convegno è dunque quella di evidenziare non solo il notevole sforzo operato sotto ogni profilo, ma anche la necessità di comprendere che a ciascuna missione sono associati rischi che bisogna tenere ben presenti sia all’atto dell’avvio delle operazioni sia durante il loro sviluppo.
Il conseguimento della pace non può essere infatti ottenuto senza costi, soprattutto in termini di rischi associati. Per giungere alla pace è disponibile una platea di strumenti (politici, diplomatici, mediatici) da utilizzare opportunamente e tempestivamente. Ma quando la situazione è decisamente deteriorata l’ultimo strumento di pace è il Soldato, il professionista del rischio, colui che riesce a fronteggiare situazioni ad elevata tensione operativa in virtù di una preparazione morale e tecnica di spiccata peculiarità e valenza.
Il Convegno ha luogo in un momento di particolare interesse per il nostro Paese. Proprio per il 15 marzo, infatti, è previsto il “Transfert of Authority” (TOA) fra il Contingente italiano in via di dispiegamento in Afghanistan e le Forze attualmente schierate nell’Area of Responsability (AOR). Il Convegno costituisce quindi un’occasione per essere ancora una volta vicini alle nostre Forze armate in un momento di particolare delicatezza e sensibilità.
Partecipanti: On. Ramponi – Sindaco di Viterbo – Gen. D. Fiore – Gen. D. Pedone – Dott. Agnetti – Gen. D. Chiaravelli